Recensione Rayman Origins

Produttore: Ubisoft
Sviluppatore: Ubisoft
Genere: Platform 2D
Piattaforma: PlayStation Vita
Altre Piattaforme: PlayStation 3, Xbox 360, Wii, 3DS, PC
PEGI: PEGI PEGI PEGI PEGI

Lo compro perché:
– E’ bellissimo da vedere
– Si impara a giocare in pochi istanti…
– …ma ci si deve impegnare per dominare i controlli
– Ci sono delle variazioni sul tema gameplay che mettono un po’ di pepe
– E’ presente una buona quantità di livelli ed innumerevoli oggetti da raccogliere

Non lo compro perché:
– Sono allergico ai platform bidimensionali
– Non possiedo alcuna delle piattaforme per il quale è uscito (che giochi a fare allora?)
– Alcuni livelli possono provocare attimi di nervosismo
– Non v’è traccia di trama
– I meno tenaci potrebbero arrendersi nella raccolta di tutto ciò che è possibile collezionare

Storia, caratteristiche, aspettative
Rayman non sarà Super Mario, ma la creazione di Michel Ancel ha, fra alti e bassi, segnato la storia dei videogiochi rimanendo come una delle mascotte più “trasversalmente” conosciute a prescindere dalla piattaforma che l’ha ospitato. Anche perché i vari Rayman sono sempre arrivati su quante più console è stato possibile farli uscire. Probabilmente il record di “presenze”, lo detiene Rayman 2 (che poi è un fenomenale platform tridimensionale, al contrario del primo che era puro amore per il 2D), arrivato praticamente ovunque sia possibile avere uno schermo ed una qualche sorta di sistema di controllo.
Da qualche anno a questa parte, complice il successo di Wii, la fama di Rayman è stata un po’ messa da parte in favore dei Rabbids che hanno conquistato una utenza giovane e famigliare a colpi di minigame completamente folli.
Ma Michel Ancel non ha mai avuto intenzione di abbandonare la propria “creatura”, e sebbene non si capisca ancora il perché Rayman somigli ad una melanzana senza arti ma con tanto di testa, piedi e mani, il progetto Rayman Origins nasce per far tornare la serie ai fasti bidimensionali, allontanandosi dai più recenti platform 3D che non sono stati all’altezza, e che neanche il mercato odierno sembra essere apprezzare particolarmente.
Così si è progettato un Rayman Origins bidimensionale, che sulle prime sarebbe dovuto arrivare solamente come gioco scaricabile dagli store dei vari produttori di console, ma che in seguito, visto che il videogioco riceveva sempre più interesse e magari diventava anche bello corposo, è stato deciso di proporre anche su supporto fisico, in modo tradizionale.

Gameplay
Ho prima descritto il primo Rayman come puro amore per i platform 2D. La stessa cosa è possibile dirla di Rayman Origins.
Tutti i tasti sono dove ci aspettiamo di trovarli, e la risposta alle nostre sollecitazioni è sempre all’altezza delle situazioni.
All’inizio dell’avventura però non avremo a disposizione tutti i nostri poteri. Ad esempio, non potremo caricare il nostro mitico pugno, né tanto meno svolazzare con le orecchie.
Ben presto avremo modo di conoscere e salvare una serie di fatine che ci rimetteranno in sesto, donandoci quei poteri essenziali man mano che i livelli si faranno più tosti.
Come da tradizione non c’è il doppio salto (premendo una seconda volta il tasto di salto si attiva la planata con l’elicottero), ma è presente la corsa. L’attacco è sia normale che caricato, e non manca neanche pure quello in caduta e la combo aerea.
Ai classici livelli da platform bidimensionale sono stati aggiunti dei livelli a bordo di un “Mosquito”. Essi sono dei veri e propri sparatutto a scorrimento orizzontale in cui oltre ad evitare ostacoli di ogni sorta dovremo anche far fuori tutta una serie di nemici e magari raccogliere quanti più Lum è possibile.
Sono presenti anche i livelli subacquei, e di tanto in tanto ci toccherà dovere fare fronte a delle sezioni di gioco in “fuga”, dove ad un primo anche minimo errore verremo di fatto eliminati.
Ciliegina sulla torta è rappresentata dalla possibilità di utilizzare una decina di personaggi, oltre Rayman, fra i quali il mitico Globox.

Poligoni, texture, sound
Se c’è una cosa che colpisce subito di Rayman Origins esso è certamente l’aspetto visivo. I disegni che accompagnano le varie ambientazioni (foresta, deserto, montagna innevata, fuoco, acqua, e se siete pazienti e perseveranti sbloccherete pure un’altra ambientazione che però qui non vi accenno) sono bellissimi, le animazioni di tutti i personaggi sono realizzate con cura, e gli effetti visivi donano quel tocco di “vita” al tutto, rendendo la visione d’insieme semplicemente magnifica.
Sulle console in alta definizione, o su PC, Rayman Origins gira a 1080p nativi. Uno splendore.
Sullo schermo di PS Vita gira naturalmente a risoluzione nativa, ma ha dalla sua la qualità dell’OLED, che rende i colori vibranti e spettacolari da osservare percorrendo in lungo ed in largo ogni singolo livello di gioco.

L’audio è composto da tracce musicali allegre e scanzonate, unite ad effetti sonori utili alla causa e talvolta fondamentali per sbloccare tutti i segreti del gioco. Non si registrano temi musicali da leggenda, non v’è traccia di parlato, ma nel complesso il sound funziona benissimo.

Extra, longevità, rigiocabilità
Non sono pochi i livelli presenti in Rayman Origins, più o meno una sessantina. Anche se non ci vuole poi molto a completarli e raggiungere per una prima volta i credits.
Il vero gioco però inizia proprio allora, quando decideremo che ogni singolo livello deve essere completato al 100%, o comunque ad una percentuale vicina ad essa.
Non solo, sbloccando e raccogliendo i vari tesori dei mondi di gioco (9 tesori in totale) accederemo ad un livello extra assolutamente folle (che è quello che non voglio accennarvi. Livello da vedere, da giocare, da portare a termine. Vi sentirete degli “dei videoludici”), ma affrontare i livelli ora per percorrerli entro il tempo prestabilito, ora per trovare tutti gli oggetti nascosti, ma anche per raccogliere quanti più Lum è possibile, ebbene, è proprio allora che Rayman Origins ci mostra il proprio vero volto, quello di videogioco tanto facile da approcciare, quanto profondo ed appagante da dominare a 360 gradi.
E’ così che esce fuori soprattutto lo splendido level design al quale Ancel e soci hanno dato vita.
Potreste decidere di arrendervi. E’ vero, ogni tanto il videogioco ci chiede uno sforzo in più del precedente per superare un certo ostacolo, ma ci si rende presto conto che ad ogni errore, ad ogni fallimento, si impara qualcosa di nuovo, si riesce a migliorare il nostro approccio con i controlli ed il singolo livello.
Questa è una sensazione semplicemente grandiosa, che ci porterà con un po’ di tenacia a potere gestire praticamente tutte le situazioni che ci verranno proposte, pure quella che all’apparenza appare semplicemente insormontabile.
Come extra, oltre a sbloccare i vari personaggi del mondo di Rayman, nella versione PlayStation Vita è stata introdotta la possibilità di raccogliere le sfere di Lum semplicemente toccando lo schermo (funzionalità graditissima), ed alcuni particolari frammenti nascosti per bene dentro i livelli vanno a sbloccare due puzzle accessibili dalla casa base delle nostre avventure, e che andranno a svelare due storielle simpatiche su Rayman e Globox.

Concludendo
Rayman Origins è uno dei migliori videogiochi disponibili per PlayStation Vita. Ma è anche uno dei migliori platform bidimensionali che vi possa capitare di giocare recentemente.
Onestamente ho apprezzato molto più questo che i vari New Super Mario Bros. Questione di feeling. Non è mai un mio obiettivo quello di raggiungere il Trofeo di Platino, ma per Rayman Origins mi è venuto naturale farlo.
E’ bellissimo da vedere, coinvolgente da giocare, impegnativo da padroneggiare.
Con l’arrivo di Legends su Wii U spero che Rayman possa godere di una seconda giovinezza, e magari tentare prima o poi di nuovo il salto nel 3D, ma solo quando c’è certezza di potere proporre un platform “puro”, lontano dagli ultimi tentativi. Se invece si dovesse rimanere ancorati al 2D fatto così bene, e proporre quindi una lunga serie di videogiochi come questo Rayman Origins, ebbene, dov’è che devo mettere la firma?

T@G EVOtion:
T@G EVOtion

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