Recensione Hitman: Absolution

Produttore: Square Enix
Sviluppatore: IO Interactive
Genere: Stealth
Piattaforma: PlayStation 3
Altre Piattaforme: Xbox 360 – PC
PEGI: PEGI PEGI PEGI PEGI

Lo compro perché:
– E’ tornato Hitman!
– Stealth puro
– Alcuni livelli sono straordinari
– Richiede una pazienza che raramente è rintracciabile nei VG odierni
– Non è il solito action

Non lo compro perché:
– Personaggi poco piacevoli, caratterizzati in modo inadeguato
– Situazioni stealth talvolta ridicole
– Trama mal raccontata
– Modellazione poligonale di alcuni PG secondari semplicemente inguardabile
– Bug vari che rovinano l’atmosfera

Storia, caratteristiche, aspettative
Non sono mai stato un particolare fan dell’agente 47. Ma non si può non riconoscergli una certa importanza nella storia videoludica!
Hitman: Codename 47 è uscito nel 2000 su PC, seguito da un secondo episodio (Silent Assassin) arrivato su PC, PlayStation 2, Gamecube ed Xbox, ed un terzo (Contracts) unicamente su PC, PS2 ed Xbox.
Ad inizio dell’attuale generazione di console c’è stato un tentativo di riportare l’Agente 47 al centro dell’attenzione con Hitman: Blood Money, arrivato nel 2006 in esclusiva “nextgen” su Xbox 360 (di fatto l’unica console di nuova generazione in commercio all’epoca), ed anche naturalmente su PC, PlayStation 2 ed Xbox.
Fin dai primi titoli della serie, Hitman si distingueva per la libertà concessa al videogiocatore nel portare a termine ogni singolo contratto d’assassinio.
Perché, per chi non l’avesse ancora capito, l’Agente 47 è un assassino dalle doti e dalle tecniche fenomenali, in grado di infiltrarsi in qualunque struttura e sedere accanto al proprio peggior nemico senza destare alcun sospetto.
Dopo anni di “Assassin’s Creed”, ecco che “il vero Assassino” (così l’ha pubblicizzato Square Enix), è pronto per ritornare in azione su PC, PlayStation 3 ed Xbox 360, grazie ad IO Interactive e Square Enix, condito da qualche novità, ma sempre con il codice a barre stampato in bella vista sulla nuca priva di capelli.

Gameplay
Niente lame celate o abilità circensi. L’Agente 47 è un assassino classico, di quelli che vanno in giro col vestito nero e la valigetta con dentro un fucile da cecchino in kit d’assemblaggio.
La struttura del gioco è però diversa da quanto visto nei capitoli precedenti, visto che stavolta Hitman si ritroverà in un “guaio” ben grande del solito. Guaio che lo porterà qui e lì per il mondo per perseguire un preciso obiettivo.
Ma come può Hitman essere un uomo tanto implacabile? Le azioni a nostra disposizione sono molteplici: vestire gli abiti dei malcapitati che incontriamo, utilizzare con maestria qualsivoglia arma da fuoco, sapere improvvisare utilizzando armi improprie sparse qui e lì per i livelli, preparare trappole mortali, far perdere le tracce di sé nascondendosi in armadietti, ceste, frigo, canali d’aerazione, eccetera.
La novità di questo Absolution è però rappresentata dall’Istinto. L’Istinto è una barra gialla posta in basso a sinistra nell’HUD, che ci permetterà di massimizzare le nostre doti d’assassino, ora sopperendo ai dettagli di un travestimento poco riuscito, ora scoprendo in anticipo il tragitto del bersaglio. Naturalmente l’Istinto non è inesauribile, e dovrà essere ricaricato con uccisioni silenziose e magari anche nascondendo i corpi delle nostre vittime.
Anche perché, qualora lasciassimo un corpo in bella vista i nemici saranno molto lesti ad accorgersi dell’anomalia, e la nostra missione si farà più ardua del previsto.

La struttura dei livelli di Hitman ricorda i giochi del passato. Niente open world, niente free roaming. Affronteremo ogni singolo livello uno dopo l’altro, ed ogni volta avremo un gran bel puzzle da risolvere.
Non è raro infatti trovare sconforto nei primi approcci ad un nuovo livello, visto che raramente potremo andare in giro senza destare sospetti. Ma girovagando con attenzione qui e lì scopriremo particolari dettagli negli ambienti e nelle abitudini dei PG che popolano il livello, in grado di darci quella folle idea che ci serviva per portare avanti la nostra missione.
Inutile dire che le possibilità a nostra disposizione sono veramente innumerevoli. Tutti i livelli si possono approcciare in moltissimi modi, e non sto dicendo che dovete andare in giro a fare il rambo della situazione (se cercate quel tipo di videogioco, rivolgetevi altrove).
Basterà prestare attenzione a ciò che vi circonda, e con un po’ di materia grigia riuscirete a compiere le vostre missioni nel miglior modo possibile. L’importante è avere pazienza. Talvolta anche molta. L’importante è non farsi scoprire ed agire in modo rapido e mirato.

Poligoni, texture, sound
Se c’è un aspetto del settore tecnico di Hitman: Absolution che mi sento di sottolineare, è la capacità del motore grafico di gestire veramente tanti personaggi sullo schermo senza sforzo apparente.
Chiaramente una tale quantità (comunque non presente in tutti i livelli), si paga con più di qualche “clone poligonale”, e con un livello di dettaglio dei singoli componenti delle folle non certo esaltante, ma il colpo d’occhio generale di determinati tratti che giocherete è molto gratificante.
Anche in generale, graficamente, non c’è da lamentarsi. Le ambientazioni sono nella norma (non aspettatevi texture alla Uncharted), Hitman è molto curato, così come alcuni dei personaggi secondari. Non tutti però, perché qualcuno di essi è veramente brutto, ed animato da una mimica facciale impressionante (da quanto è brutta).
Altra cosa che va a sfavore del settore tecnico di Hitman: Absolution, è la spiccata “luminescenza”.
In assenza di fonti di luce invasive, il mondo di gioco ha una “fotografia” che ho apprezzato molto. I problemi arrivano però quando, a fronte di una lampadina, del sole, di un faretto, un accendino, o qualunque cosa in grado di emettere luce, il mondo di Hitman si trasforma, e diventa fastidioso da osservare. Sì. Fastidioso. Alcune parti delle ambientazioni iniziano a riflettere la singola fonte luce con una potenza inimmaginabile. E credetemi, persino la pelata dell’Agente 47 diverrà una specie di Luna piena illuminata dal sole, riflettendo così sull’intero schermo questa odiosa luminescenza. Spero che con l’imminente arrivo delle console “nextgen” si possa avere a che fare con un’illuminazione più naturale, meno affaticante per gli occhi.
Il comparto audio è buono, interamente doppiato in italiano. La recitazione dei personaggi, no.
Ma in questo entra in gioco anche una certa esagerazione che gli sviluppatori hanno trovato nel volere rendere alcuni personaggi che ruotano intorno alla trama volutamente delle “macchiette”, poco credibili, stereotipati in malo modo. Il taciturno Hitman invece parlerà ben poche volte, e quando lo farà è meglio dargli ascolto.
Apro una parentesi generale, ma che riguarda anche Absolution. Francamente credo sia ora di finirla di proporre dei personaggi non giocanti che interagiscono col protagonista della storia, cioè noi, sempre e comunque in malo modo. Nel caso di Hitman la cosa diventa persino ridicola quando magari travestiti da guardie, da poliziotti, o da cos’altro, avvicinandosi ad un personaggio che popola il mondo di gioco ci si sente riferire di tutto e di più. Non va bene.

Extra, longevità, rigiocabilità
I livelli di difficoltà inseriti nel gioco sono molteplici, e vanno a modificare attivamente l’esperienza di gioco. Ai livelli più avanzati infatti potrete scordarvi i checkpoint, o addirittura il vostro Istinto d’assassino. Credendomi un videogiocatore normale, senza particolari doti di bravura, il livello di difficoltà “normale” dà una sfida ben calibrata.
La peculiarità dei livelli, che possono essere rigiocati ogni volta utilizzando un approccio differente, rende potenzialmente Hitman: Absolution un gioco molto longevo. E’ presente anche il multigiocatore grazie al quale è possibile scambiare dei contratti d’assassinio ben dettagliati.
Sono numerosi anche gli oggetti da sbloccare, dalle armi ai vestiti.
Insomma, se vi fate catturare da Hitman: Absolution, ne avrete per molto.

Concludendo
Devo dire che nel complesso a me il gioco è piaciuto.
Avendo la necessaria pazienza, in compagnia dell’Agente 47 otterremo molte soddisfazioni videoludiche. Mi è spiaciuto assistere ad una trama potenzialmente interessante, ma mal raccontata e con personaggi per i miei gusti ben poco riusciti. Così come mi è spiaciuto osservare qualche situazione imbarazzante dovuta agli elementi stealth che effettivamente sono complicati da ricreare all’interno di un videogioco.
La presenza di alcuni livelli fenomenali, e la sensazione di essere sempre sul filo del rasoio, ripagano completamente il videogiocatore fornendogli un videogioco molto diverso dal solito action, o FPS.

T@G EVOtion:
T@G EVOtion

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