Recensione Sound Shapes

Produttore: Sony Computer Entertainment
Sviluppatore: Queasy Games – Santa Monica Studio
Genere: Platform 2D a ritmo di musica
Piattaforma: PlayStation 3 – PlayStation Vita
Altre Piattaforme: Nessuna
PEGI: PEGI 3+

Lo compro perché:
– E’ un platform musicale!
– L’idea è originale, la realizzazione è ottima
– Lo compri una sola volta, lo giochi su due console
– Ci sono tanti buoni livelli creati dai videogiocatori
– Finirlo al 100% è appagante

Non lo compro perché:
– Finirlo al 100% può essere snervante
– Non è adatto a tutti
– Le classifiche dei tempi non sono visualizzabili se sconnessi dal PSN
– Finiscono ben presto i livelli della “campagna”
– Occasionali rallentamenti nei livelli della comunità

Storia, caratteristiche, gameplay
Quanti ne abbiamo giocati platform bidimensionali? Da quelli storici e capisaldi di intere generazioni di videogiochi come i “Super Mario Bros.” al recentissimo Rayman Origins, che ha riportato il brand Ubisoft ai fasti di un tempo.
Queasy Games vuole però proporre qualcosa di diverso, e lo fa con una idea semplice, corredata però da una realizzazione intrigante.

L’idea è infatti quella di introdurre la musica non solo come base d’accompagnamento di ogni livello, ma piuttosto obiettivo principale e coprotagonista assoluta del videogioco.
In Sound Shapes, in pratica, rotolando qui e lì all’interno dei livelli dovremo raccogliere delle note musicali che a poco a poco comporranno il tema musicale del livello stesso. E stiamo parlando di musica scritta da artisti quali Beck, I Am Robot, deadmau5, Jim Guthrie e Proud!

In totale sono venti i livelli messici a disposizione per la campagna, divisi in cinque album distinti, ognuno affidato ad un compositore e ad un grafico. Il connubio musica-grafica rende ogni singolo livello un vero piacere da affrontare, anche perché i checkpoint sono sparsi con evidente abbondanza in modo da non rendere nessuna sezione del gioco anche minimamente frustrante.

Poligoni, texture, sound
Tecnicamente il videogioco è bellissimo. Non è una di quelle produzioni che sta lì a fare bella mostra dei propri muscoli, ma anzi fa della semplicità visiva il proprio punto di forza. Colorato e con tutte le animazioni a ritmo di musica, vedere Sound Shapes in movimento è un vero piacere. Alcuni livelli poi mostrano della pixel art gradevolissima.

I controlli rispondono perfettamente sia su PS3 che su PS Vita. Perché faccio questa considerazione? In primo luogo perché la giocabilità è ottima e non c’è nulla da ridire, secondariamente perché Sound Shapes fa parte dei videogiochi Cross Buy, ossia acquistandolo indifferentemente su di una console o sull’altra, si avrà gratuitamente anche l’altra versione. E’ possibile sincronizzare anche i salvataggi, così da potere progredire nelle nostre avventure a prescindere dalla piattaforma che stiamo utilizzando in quel momento.
L’unica pecca è l’ottimizzazione dei menù su PS3, che risentono della mancanza del touchscreen. Capiamoci, sono stati sì ottimizzati, ma qualche scelta lascia un po’ a desiderare.

Extra, longevità, rigiocabilità
Ben presto i venti livelli della campagna verranno divorati uno dopo l’altro, e quando staremo lì per credere di aver portato a termine il gioco in maniera fin troppo veloce, ecco che i Queasy Games ci fanno la sorpresa con i “livelli morte”. Uno per ogni singolo livello della campagna, nella modalità morte affronteremo delle sfide che ci faranno sudare non poco. Alcune sono persino più affidate al caso che alla nostra bravura, ma comunque in generale servirà moltissima perseveranza e pazienza per avere la meglio di tutte e 20 le sfide della modalità morte.
Ad aumentare la longevità ci pensano anche la Scuola del Ritmo (ricomporre della musica affidandosi alla propria bravura), e l’editor di livelli.

Al pari di LittleBIGPlanet, infatti, molta attenzione è stata posta nel dare agli utenti tutte le possibilità di dare vita a livelli personali da condividere con il mondo intero. Infatti sono già moltissime le produzioni che è possibile giocare accedendo alla “Comunità”. E ci si trovano pure chicche mica male.

Concludendo
Se si eccettua una certa difficoltà nella ricerca dei livelli della comunità, la più grossa pecca di Sound Shapes consiste nel non proporre, di fatto, alcuna sfida nella modalità campagna.
Questo aspetto può infastidire parte dei videogiocatori e fare abbandonare il gioco ancora prima di averlo portato a conclusione.

Ma i motivi per comprare Sound Shapes sono comunque molteplici. Il prezzo è contenuto, col Cross Buy c’è la possibilità di giocarlo su due PS3 e PS Vita senza costi aggiuntivi, il supporto dei livelli personali pare notevole, il gioco è originale, fresco, divertente, rilassante, e persino impegnativo qualora decidessimo di ottenere il trofeo di platino.
Chi potrebbe non volere giocare Sound Shapes?
Coloro i quali in un videogioco cercano in primis una sfida, e chi non apprezza i platform bidimensionali.

T@G EVOtion:

3 pensieri riguardo “Recensione Sound Shapes

  1. Ottima prima recensione del “nuovo corso” ratingless che, detestando medie e/o aggregatori con tutte le mie forze, non posso che approvare con un +300% di stima.

  2. Io ci sono arrivato tardi a capire che il numeretto (e le medie) servono a poco*.
    Del resto gli antichi dicevano meglio tardi che mai e se lo dicevano loro… 😛

    * = che poi per dirla tutta, di un gioco puoi sbarellare in positivo o in negativo la recensione anche senza ricorrere al numeretto (questo giusto per non dimenticare il rapporto perverso tra industria del videogioco e relativo giornalismo) ma se non altro “smontare” un ragionamento da’ più soddisfazione e soprattutto presuppone un impegno maggiore da parte dell’interlocutore.

    O almeno si spera: perchè il poveretto che ti risponde “il gioco XYZ è eccezionale perchè sì” ci sarà sempre, numeretti o non numeretti ma vabbè, tocca farsene una ragione temo; per tutto il resto ci sono i malati cronici di logorrea come il sottoscritto… e dire che a scuola facevo sempre temi cortissimi, lol. XD

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